In sanità il 70% degli italiani si ritiene informato, il 49% giudica inadeguati i servizi sanitari della propria regione, la percentuale sale al 72% al Sud e la colpa è soprattutto delle liste d’attesa troppo lunghe (64%). Per il 45% il ticket è una tassa iniqua e per il 35% i farmaci garantiti dal Ssn sono insufficienti. Insomma un peggioramento del servizio sanitario nazionale e un Paese diviso. Questi i principali dati emersi dal Monitor Biomedico 2014, realizzato dal Censis nell’ambito delle attività del Forum per la Ricerca Biomedica e presentato a Roma alla fine di ottobre. “Informati e insoddisfatti: verso una sanità minimale?” già nel titolo una provocazione, come ha spiegato Ketty Vaccaro, responsabile del settore welfare del Censis, poiché la sensazione è che si vada verso un modello “ridotto” di sanità rispetto alle aspettative.

Infatti sembra molto diffusa la percezione che la qualità dell’assistenza sanitaria pubblica si vada riducendo, con punte di grave malcontento nelle regioni meridionali. E se la maggioranza degli italiani ritiene che il servizio sanitario della propria regione sia rimasto uguale negli ultimi due anni, il 38,5% rileva un peggioramento, e ad avere questa opinione sono soprattutto i residenti del Mezzogiorno. In aumento anche la quota di coloro che reputano negativa l’attribuzione di maggiori responsabilità alle regioni ( 36%).

Per quello che riguarda l’informazione cresce il ruolo dei media. La percentuale di italiani che almeno qualche volta traducono in comportamenti le informazioni sulla salute acquisite da tv, radio, giornali, internet è passata dal 30% del 2012 al 48% del 2014.

A utilizzare internet come fonte di informazione sanitaria è ormai il 42% degli italiani. E se più  del 70% si ritiene abbastanza informato sulla salute, cresce la quota di coloro che temono il rischio confusione causata dalle troppe informazioni (54,5%). Il medico di base rimane comunque la fonte di informazione più consultata dagli italiani (73%).

A causa della crisi e dei lunghi tempi di attesa per effettuare visite, analisi e cure mediche nelle strutture pubbliche, è aumentato il “fai da te”, il 48% si è rivolto direttamente al privato. Ancora: il giudizio sul livello di copertura farmaceutica garantito dal servizio sanitario nazionale è in prevalenza positivo, ma aumentano coloro che reputano insufficienti i farmaci garantiti dal Ssn: il 35% di oggi contro il 31% del 2012.

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