La sanità italiana ha decisamente invertito la rotta. La conferma arriva dal X Rapporto Sanità dell’Università di Tor Vergata di Roma, realizzato dal Crea, che segna una riduzione del deficit pari a -80%, grazie soprattutto agli sforzi compiuti dalle Regioni impegnate in Piani di rientro dal disavanzo sanitario, passato da 5,8 miliardi di euro a 1,2 miliardi.
È confermato che, anche per quest’anno, l’Italia spende molto meno degli altri Paesi Ue, con un gap che si fa sempre più significativo, basti pensare che nel 2012, rispetto al 2002, si è allargato del 5,7%, arrivando così a -25,2.
Sempre a proposito di evoluzioni e cambiamenti, il Rapporto di Tor Vergata non ha dubbi: la spesa totale pro-capite più elevata si rileva al Nord e in particolare in Valle D’Aosta, nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, seguite da Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna. Al contrario, i valori minori di spesa si registrano nelle Regioni del Sud. L’esempio più eloquente è il distacco tra Valle d’Aosta e Campania, dove gli indicatori si attestano rispettivamente su 3.169 euro e su 2.061 euro.
Per quel che riguarda il ricorso alla spesa out of pocket, le differenze regionali sono notevoli (oltre il 40%), si pensi alle compartecipazioni farmaceutiche che incidono molto più nel meridione che nel settentrione (7,7% sulla spesa farmaceutica della Regione Sicilia, contro il 2,2% della Provincia autonoma di Bolzano).
Tor Vergata quindi promuove il soldato Ssn, ma avanza le sue proposte, quali: avere un quarto LEA per la prevenzione, la riforma delle esenzioni e delle compartecipazioni, la creazione di un fondo vincolato per l’innovazione, in particolare quella farmaceutica; ripensamento dell’aziendalizzazione, garantendo l’omogeneità delle valutazioni delle performance aziendali e, quindi, una maggiore accountability dell’attività dei Direttori Generali e delle Aziende.