osservatorio buone praticheAnche nell’edizione 2016, i dati del Programma Nazionale Esiti presentano progressi incoraggianti nella qualità delle cure, dimostrando che è possibile rispondere in modo efficace ed efficiente ai bisogni di salute del cittadino grazie ad interventi mirati, che incidono sull’organizzazione dell’offerta sanitaria delle diverse strutture assistenziali.
Garantire un intervento chirurgico tempestivo entro due giorni per la frattura del collo del femore ai soggetti fragili sopra i 65 anni costituisce un evidente beneficio di salute. Inoltre l’intervento chirurgico tempestivo entro due giorni per la frattura del collo del femore rappresenta anche un vantaggio in termini di risorse impiegate. Negli ultimi 5 anni sono circa 80.000 i pazienti che hanno beneficiato di un intervento tempestivo, di cui 28.000 nell’ultimo anno. Sono state più di 670.000 le giornate di degenza risparmiate, di cui 200.000 nel 2015. La proporzione di interventi entro i due giorni che nel 2010 si attestava al 31%, nel 2015 è passata al 55%, crescendo del 5% anche rispetto al 2014. Per questo indicatore il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera ha fissato, come valore di riferimento, lo standard minimo al 60%. A livello intra e interregionale si osserva una notevole variabilità, con valori per struttura ospedaliera che vanno da un minimo dell’1% ad un massimo del 97%. In ogni regione è presente almeno una struttura che rispetta lo standard, fatta eccezione per Campania, Molise e Calabria.
In tema di nascite, il medesimo regolamento del Ministero della Salute fissa al 25% la quota massima di cesarei primari per le maternità con più di 1000 parti annui e 15% per le maternità con meno di 1000 parti annui. È noto, infatti, come il ricorso al parto cesareo rispetto a quello naturale comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino ed è richiesto solo in caso di indicazioni cliniche specifiche. I dati di questo anno ci indicano che la proporzione di parti cesarei primari continua a scendere progressivamente dal 29% del 2010 al 25% del 2015. Negli ultimi 5 anni sono circa 45.000 le donne alle quali è stato risparmiato un taglio cesareo primario, di cui 12.000 nel 2015.
Rimangono ancora significative le differenze tra le regioni del nord Italia e le regioni del sud, con valori medi rispettivamente inferiori e superiori al 20% e che, nel caso della Campania sono stabili al 50%. Fa eccezione la Liguria, con risultati analoghi a quelli delle regioni del Sud.
Per quanto riguarda, poi, la mortalità a 30 giorni dal ricovero per infarto acuto del miocardio, i risultati del 2015 evidenziano una diminuzione che continua, dal 10,4% del 2010 al 9,0% del 2015. Risulta bassa la variabilità interregionale e discreta quella intra regionale, con valori che variano da un minimo dell’1,3% ad un massimo del 25%.
Passando all’analisi degli indicatori di ospedalizzazione, utile anche come elemento di valutazione indiretta della qualità delle cure territoriali, il PNE individua le Aziende Sanitarie in cui viene effettuato un numero elevato di ospedalizzazioni potenzialmente evitabili in caso di una corretta presa in carico del paziente a livello territoriale.
Nello specifico, grazie a questi indicatori, si rileva che nel 2015 il numero di ricoveri di alcune tipologie a rischio di inappropriatezza risulta diminuito.
In dettaglio, il tasso di ospedalizzazione per broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) si è ridotto progressivamente dal 2.5‰ nel 2010 al 2.1‰ nel 2015. Si stima che nel 2015 siano circa 16.000 i pazienti a cui è stata risparmiata una ospedalizzazione potenzialmente evitabile.
Altro dato: un elevato tasso di ospedalizzazione per tonsillectomia, ad esempio, evidenzia la possibile presenza di un numero elevato di casi trattati chirurgicamente senza una chiara indicazione all’intervento chirurgico. Nel 2015 il tasso di ospedalizzazione per questo tipo di intervento è diminuito passando dal 2.8‰ del 2010 al 2.3‰. Ciò significa che sono stati evitati circa 5.300 interventi  ad alto rischio di inappropriatezza con un’elevata variabilità intra e interregionale.
Diminuite anche le ospedalizzazioni per un altro intervento chirurgico ad elevato rischio di inappropriatezza: l’appendicectomia. Il tasso di ospedalizzazione per questo intervento in modalità laparotomica è diminuito progressivamente nel tempo, passando dal 1,25‰ del 2010 allo 0,73‰ del 2015, a fronte di un aumento dei ricoveri per appendicectomia laparoscopica che è passata dal 0,49‰  al 0,63‰. L’offerta di intervento di appendicectomia laparoscopica, è molto più alta nelle regioni del nord rispetto alle regioni del sud.
Il PNE dedica, inoltre, nelle sue analisi, un particolare approfondimento alla correlazione tra volumi di attività ed esito delle cure.
I volumi di attività rappresentano una delle caratteristiche misurabili di processo che possono avere un rilevante impatto sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle cure.
L’associazione tra volume ed esiti, dimostrata in letteratura e dalle evidenze scientifiche, è confermata anche dalla analisi dei dati nazionali analizzati dal PNE.
Entrando nel dettaglio delle diverse attività analizzate, per ciò che riguarda le Breast Unit, le linee guida internazionali identificano standard di qualità che per quanto riguarda gli interventi chirurgici, individuano una soglia minima di 150 interventi chirurgici annui per tumore della mammella, soglia che è stata definita anche nel regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera. Nel 2015, in Italia, delle 449 strutture ospedaliere che eseguono più di 10 interventi chirurgici per il TM della mammella, solo 123 (27%) presentano volumi di attività superiore a 150 interventi annui.
Passando, poi, al TM dello stomaco, 309 strutture ospedaliere eseguono più di 5 interventi chirurgici; tra queste, solo 91 strutture (29%) presentano un volume di attività superiore a 20 interventi annui.
Sempre nel 2015, 147 strutture ospedaliere in Italia eseguono più di 5 interventi chirurgici per TM del polmone; tra queste, solo 37 strutture (25%) presentano un volume di attività superiore a 100 interventi annui.
In tema di volumi di parti ed esiti di salute materno-infantile, le evidenze scientifiche evidenziano un’associazione tra bassi volumi ed esiti sfavorevoli. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera rimanda all’accordo Stato Regioni che, già nel 2010, prevedeva la chiusura delle maternità con meno di 500 parti.
Escludendo le strutture con meno di 10 parti annui, nel 2015 in Italia le strutture ospedaliere con meno di 500 parti annui sono 118 (24%), in diminuzione rispetto al 2010 (155 maternità con meno di 500 parti annui).

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osservatorio buone praticheL’edizione del Programma Nazionale Esiti 2016 presenta nuovi indicatori, una sezione dedicata ai cittadini e dati maggiormente accessibili e di facile consultazione. Nel dettaglio aumentano gli indicatori da 146 a 158 (60 di esito/processo, 69 volumi di attività e 29 indicatori di ospedalizzazione) con un incremento particolare nell’area ortopedica, pediatrica e angiologica e si rafforzano gli strumenti di audit per la verifica dei dati (vedi elenco indicatori  PDF).
Come nell’edizione 2015, basata su dati del 2014, così l’edizione PNE 2016, su dati relativi al 2015, fotografa un costante miglioramento dell’efficacia e dell’appropriatezza delle cure, più evidente in alcune aree del Paese.
Nelle Tabelle PDF si riportano i risultati, a livello nazionale, degli indicatori più rappresentativi di PNE, edizione 2015 (dati 2014) e 2016 (dati 2015), a conferma del costante e progressivo miglioramento della qualità delle cure.
Tuttavia la novità più grande di quest’anno è sicuramente la valutazione sintetica di tutte le strutture sanitarie italiane per aree cliniche. Da quest’anno infatti ogni struttura può essere valutata sia sulla base dei risultati ottenuti per ciascuno degli indicatori del PNE come nelle precedenti edizioni, sia sulla base di un’analisi sintetica per area clinica. Quest’inedita sezione, denominata TREEMAP, è in grado di fornire all’utente un quadro sintetico di ogni singolo ospedale italiano, valutato in base agli indicatori maggiormente rappresentativi di 7 aree cliniche principali: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare (Come leggere il TREEMAP PDF). PNE si arricchisce quindi di ulteriori elementi di valutazione e monitoraggio (come previsto dal DM del 21 giugno 2016 sui “Piani di efficientamento e riqualificazione”, attuativo della legge di Stabilità 2016), rafforzando il suo supporto operativo alle Regioni e alle Aziende sanitarie, che in presenza di criticità potranno tempestivamente adottare strumenti correttivi mirati, e offrendo un nuovo servizio al cittadino, che potrà individuare, grazie a una grafica chiara e immediata, punti di forza e di debolezza di ogni singola struttura sanitaria.
Un’altra rilevante novità di quest’anno dedicata ai cittadini è rappresentata da una sezione in cui l’utente, senza bisogno di registrarsi e direttamente dall’home page del sito PNE, può accedere a preziose informazioni su parti, infarti, colecistectomia, interventi per tumore al polmone, al colon e allo stomaco; in particolare il cittadino viene sensibilizzato sull’importanza dell’associazione tra volumi di attività ed esiti delle cure. Sempre in questa parte del sito una maggiore attenzione viene dedicata all’area “Taglio cesareo - cosa sapere”: qui l’utente del sito può consultare qualunque struttura italiana e ricevere informazioni sul totale di parti registrati in quell’azienda, sulla quantità di tagli cesarei e parti naturali effettuati e sul rispetto minimo degli standard (vai alla sezione del sito PNE LINK). In questa nuova sezione, l’utente viene informato e sensibilizzato, attraverso un’infografica semplice e immediata, sulla correlazione tra volumi di attività ed esiti delle cure.
Tra le innovazioni di quest’anno c’è anche da segnalare la possibilità di scaricare l’APP (Applicazione) del PNE sul proprio smartphone e tablet, che ne favorisce la consultazione rendendolo ancora più accessibile al cittadino e al professionista sanitario.

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LEGGE SPENDING REVIEW

  • Decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 recante “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. Art. 15 comma 25bis della legge 135/2012, “Il Ministero della salute si avvale dell’AGENAS per lo svolgimento delle funzioni di valutazione degli esiti delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. A tal fine, AGENAS accede, in tutte le fasi della loro gestione, ai sistemi informativi interconnessi del Servizio sanitario nazionale di cui al presente comma in modalità anonima.”

DECRETO BALDUZZI

  • Decreto legge 13 settembre 2012, n.158 recante: “Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189. Art. 4, comma 1, lettera f) del DL 158 /2012 (che modifica comma 3 dell’articolo 17 del Decreto Legislativo 502/1992), “ciascuna regione promuove un sistema di monitoraggio delle attività assistenziali e della loro qualità, finalizzato a verificare la qualità delle prestazioni delle singole unità assistenziali delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, in raccordo con il Programma nazionale valutazione esiti dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ed il coinvolgimento dei direttori di dipartimento”.

PORTALE DELLA TRASPARENZA

  • Deliberazione assunta dalla Conferenza permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano n. 20 del 24 gennaio 2013. La Conferenza Stato Regioni ha deliberato “l’individuazione del progetto interregionale “Portale della trasparenza dei servizi per la salute” quale ammesso a finanziamento, con l’utilizzo delle risorse accantonate con la delibera CIPE n. 16 del 20 gennaio 2012 (“Ripartizione delle quote vincolate per il perseguimento degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale  nell’ambito del FSN 2011”) per il finanziamento di un progetto interregionale in materia di comunicazione ai cittadini per l’accesso ai servizi sanitari di cui in premessa”. Tra le tre linee di intervento del progetto di comunicazione ai cittadini per l’accesso ai servizi sanitari, è indicato il Programma Nazionale Esiti.
     

PATTO PER LA SALUTE 2014-2016

  • L’Art.12 (Piani di  riorganizzazione, riqualificazione e rafforzamento  dei servizi sanitari regionali), comma 7 dell’Intesa, ai sensi dell’art. 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n.131, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016(Rep n. 82/CSR del 10 luglio 2014) demanda ad AGENAS la realizzazione di uno specifico sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli Sistemi Sanitari Regionali, che consenta di rilevare in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance delle Aziende sanitarie e dei Sistemi Sanitari Regionali, in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati.

REGOLAMENTO STANDARD OSPEDALIERI

  • Punto  4. “Volumi ed Esiti” dell’Allegato 1 del Regolamento recante “definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, approvato, su proposta del Ministro della Salute, nella Conferenza Stato Regioni del 5 agosto 2014: Considerato che “Per numerose attività ospedaliere sono disponibili prove, documentate dalla revisione sistematica della letteratura scientifica, di associazione tra volumi di attività e migliori esiti della cure [...]” e che “sia per volumi che per esiti, le soglie minime, identificabili a livello nazionale sulla base di evidenze scientifiche possono consentire di definire criteri non discrezionali per la riconversione della rete ospedaliera ed eventuali valutazioni per l’accreditamento”, si prevede che a partire dalle soglie minime di volume di attività e le soglie di rischio di esito già riportate nel testo del regolamento e ritenute valide ai sensi del regolamento stesso (vedi elenco pp.18-19 Allegato 1 Regolamento), “entro 6 mesi dalla data di emanazione del [...] regolamento verranno definiti i valori soglia per volumi di attività specifici, correlati agli esiti migliori, e soglie per rischi di esito” e, a tal fine, “[...] di istituire, presso l’AGENAS un tavolo tecnico [...]” e si stabilisce che “le misure e le stime di riferimento e di verifica per i volumi di attività e gli esiti sono quelle prodotte dal PNE di AGENAS ai sensi del comma 25 bis dell’art.15 della legge 135/2012”.

LEGGE DI STABILITA'

  • Legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, all’articolo 1 comma 522, prevede che “(…) Gli enti del Servizio sanitario nazionale, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, attivano, altresì, un sistema di monitoraggio delle attività assistenziali e della loro qualità, in raccordo con il sistema di monitoraggio regionale di cui all’articolo 4, comma 4, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, e in coerenza con il programma nazionale valutazione esiti, pubblicando entro il 30 giugno di ogni anno i relativi esiti”

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DIRIGENZA SANITARIA

  • Legge delega 7 agosto 2015, n.124 art. 11, lett. p)  “con riferimento al conferimento degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario, nonché, ove previsto dalla legislazione regionale, di direttore dei servizi socio-sanitari, delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale, (…) sistema di verifica e di valutazione dell'attività dei direttori generali che tenga conto del raggiungimento degli obiettivi sanitari e dell'equilibrio economico dell'azienda, anche in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e dei risultati del programma nazionale valutazione esiti dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (…).”
     
  • D.Lgs n.126, 26 luglio 2017. Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171, di attuazione della delega di cui all'articolo 11, comma 1, lettera p), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria. (17G00137) (GU Serie Generale n.192 del 18-08-2017). note: Entrata in vigore del provvedimento: 19/08/2017. «Sistema  di verifica e  di  valutazione dell'attività dei direttori generali che tenga conto del raggiungimento degli obiettivi sanitari e dell'equilibrio economico dell'azienda, anche in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e dei  risultati del Programma nazionale valutazione esiti  dell'Agenzia  nazionale per i servizi sanitari regionali.»

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