Ricerca finalizzata 2006

Responsabile scientifico: Angelo Picardi

Capofila: Agenas

Unità operative

  • •Agenzia di Sanità Pubblica (ASP), Regione Lazio;
  • •CEIS, Università di Roma Tor Vergata;
  • •ISS, Reparto Salute Mentale;
  • •ISS, Reparto Epidemiologia Genetica;
  • •Università di Roma La Sapienza, UOC BSM02 Psichiatria e Psicofarmacologia Clinica;
  • •Università di Pisa, Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie.

Razionale

Secondo studi recenti condotti in Italia, minimo il 3% della popolazione generale soffre di disturbi depressivi, che possono condurre a elevati livelli di sofferenza e disabilità o addirittura al suicidio. Trattamenti efficaci sono disponibili e un intervento tempestivo potrebbe alleviare notevolmente la sofferenza del paziente, i costi per la società, e l’impegno dei servizi sanitari. Tuttavia, numerosi studi hanno evidenziato che un’alta proporzione di pazienti depressi non viene considerata o non riceve comunque un trattamento adeguato. Alla base del mancato o inadeguato trattamento, vi è per lo più il mancato riconoscimento della presenza di un disturbo depressivo. Molti studi hanno documentato, infatti, che molto spesso questo genere di disturbi depressivi non sono riconosciuti sia in medicina generale sia in altri contesti clinici. Il miglioramento dell’efficienza diagnostica rappresenta dunque un primo passo importante per affrontare una questione prioritaria di sanità pubblica come quella dei disturbi depressivi. Tuttavia, sono rari gli strumenti di screening della depressione che coniugano adeguate caratteristiche operative con la praticità di impiego nella comune routine clinica. Inoltre, gli studi suggeriscono che lo screening è spesso insufficiente senza una fase di filtro che fornisca al medico informazioni solo sui probabili positivi e un supporto attivo da parte dei servizi di salute mentale. Infine, un altro serio problema è che il 15-30% dei pazienti non risponde ai comuni trattamenti farmacologici. Una refrattarietà al trattamento che ha meccanismi biologici e basi genetiche importanti da comprendere.

Obiettivi

L’obiettivo principale del progetto è quello di valutare la fattibilità, l’efficacia nella pratica clinica di routine della medicina generale e il rapporto costo/efficacia di un’innovativa attività sistematica di screening della depressione che comprenda la possibilità, per il medico di medicina generale, di disporre di un supporto specialistico psichiatrico per la valutazione e il trattamento dei pazienti, identificati come sospetti casi di depressione. Gli obiettivi secondari riguardano: valutare l’utilità e l’applicabilità, nella pratica clinica di routine della medicina generale, di un promettente questionario di screening della depressione, recentemente messo a punto; valutare l’impatto finanziario per il Ssn dell’adozione della procedura di screening e gestione della depressione; contribuire a delineare i correlati genetici della depressione e della refrattarietà al trattamento antidepressivo, mediante la costituzione di una banca biologica costituita da DNA estratto da campioni di saliva. Ci si propone, inoltre, di studiare la prevalenza dei disturbi depressivi e i fattori associati in pazienti con patologie reumatologiche, e di effettuare una valutazione preliminare della fattibilità e dell’efficacia di un intervento integrato, comprendente sia quello reumatologico che quello psichiatrico e psicologico su questi pazienti e i loro familiari.

Stato della ricerca: Concluso

Risultati della ricerca:

 

 

 

 

 

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