“Niente ritardi nell’erogazione gratuita del farmaco anti epatite C a tutti i pazienti che ne hanno bisogno. Dare il farmaco a tutti è un investimento sia per la salute e la qualità di vita dei pazienti, sia sul piano economico, perché eradicare il virus consente di evitare tutte le spese future derivanti dal trattamento della malattia”. Queste le conclusioni del Consiglio Sanitario regionale della Toscana che è stato convocato per esprimersi sulla decisione della Giunta di dare gratuitamente il farmaco a tutti i pazienti. Decisione che aveva, tra l’altro, registrato le reazioni negative dell’Aifa. Secondo le indicazioni della Commissione terapeutica regionale, i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta (DAA) costituiscono un’innovazione assoluta in ambito medico, perché garantiscono il massimo beneficio della cura: sono capaci di eradicare l’infezione in oltre il 90% dei pazienti trattati.

Il progetto nazionale di trattamento farmacologico dell’epatite C cronica ha ammesso alla rimborsabilità i farmaci DDA per i pazienti più gravi, per questa ragione in Toscana circa 18.000 malati resterebbero tagliati fuori dal progetto. Ecco il perché della scelta di dare il farmaco a tutti.

“Una cura di questo tipo è più efficace di un vaccino - si legge nel documento della Commissione terapeutica regionale - perché, a differenza di quest’ultimo, non richiede di intervenire su tutta la popolazione per arginare, prevenire ed eliminare l’infezione/malattia, ma permette di trattare e guarire chi è già portatore della malattia, senza intervenire sui soggetti sani. Il trattamento di tutti i malati è quindi scientificamente l’approccio più adeguato, essendo questa terapia un’alternativa al vaccino anti-HCV”.

 

 

 

 

 

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